Parlare dell’amore non è facile, si cade facilmente nel banale, tutti hanno scritto dell’amore, tutti abbiamo amato e se fortunati siamo stati amati. Chi conosce i miei lavori, sa della mia provenienza poetica, e forse fatica a riconoscermi in queste poesie d’amore. Ma io sono un bipolare creativo, e sono anche questo. A volte ripenso a tutti i baci che non ho dato, alle carezze trettenute, a quello che avrei potuto dire, o tacere. Ho tanto amato, e tanto ancora amo, ma resta da capire se amo l’oggetto dell’amore o l’amore stesso…
1
L’amore è una grazia,
un bagliore,
una fiamma boccheggiante,
nel cupo navigare.
Ci sono montagne di vuoto,
che si riversano
di gente in gente.
Raccolgo da prati infiniti
Fiori silenziosi per te,
che sei grazia
che come rugiada
ti distendi
nel mio arido cuore.
Ed una cascata di rose,
come musica.
2
Potrei cantare un intera estate d’amore
come se l’inverno dell’anima non potesse tornare.
Vivere la radice di un assenza,
è malinconia fluttuante,
ci sono parole così dense d’amore
che il solo pronunciarle,
rende innamorato ogni pensiero.
Mi sono chiesto se avesse una sua luce
scrivere dell’amore in questo imbrunire
se sono stato io ad immaginare te o viceversa,
appare chiaro che tu sei un paesaggio dipinto
da un pittore abbagliato dalla sinfonia del colore
io so d’essere un rosso tramonto quel sole che accarezza l’oceano
nello scivolare della notte dell’anima
il tempo odia la giovinezza, scava solchi profondi nella carne
tu sei la mia cura allo scorrere degli anni
le tue mani di velluto sulla mia pelle assettata
trasformano la decadenza in energia sottile.
Mi sveglio in una stanza vuota di te
eppure tanta è la tua presenza nella mia mente
da rendere sopportabile un bacio intenso privo delle tue labbra
3
Sebbene il mio cuore sia di cemento
ti lascerò entrare nel profondo di me
ti sarà sufficiente bussare con amore negli occhi
ho fango nelle mani di pietra
ma ti saprò accarezzare
con soffice panna di baci
non posso promettere tutto l’amore che ho dentro
naviga confuso e debordante
in cerca di un approdo barchetta nell’oceano in tempesta
ho tutti quegli anni che servono
a mostrare crudeli
tutto l’amore trattenuto
i baci non dati a mia madre
le mie mani avare di carezze
perso nel turbinio dell’esistenza
a volte osservo dall’esterno il mio corpo
che sa tutto del piacere
non c’è godere che gli sia sconosciuto
eppure in questo fragile presente
tu sei la cura il balsamo
per la mia irrequieta mente
4
Amami di più
amati di più
disamami di meno
disarmati di meno
stringiti a me
al me che è dentro a te
al te che è oltre me
siamo parti sognanti
di un onirico viaggiare
se crolla la terra
diventa l’argilla
riforma la forma
amandoci di più
5
Ho a cuore la tua quiete,
la tua assenza,
o la mia non presenza
di specchio frantumato,
come cuore che ritma
fuori tempo.
Rammento a volte che sono l’avatar di me stesso,
la nenia si dipana ed è musica mia,
tra verso e verso, mi riconosco appena.
Muto grido, a volte musica di stelle
sovrasta la melma che mi sommerge,
come argilla troppo cotta si sgretola,
la mia anima di te assetata.
6
Amore che si stende come marea sognante,
amore debordante che dipinge l’assenza
di sottile presenza.
Ti amo,
ne sono certo,
amo ogni verso che narra di te,
che sei verso in me.
poesia dell’anima o semplice
bacio danzante.
potrei ancora distendere le braccia
in un abbraccio sottile,
ne sarei appagato,
potrei simulare la mia presenza,
o appartenenza,
so che a volte sono un buco nero
che assorbe la luce avido e la ingloba.
Ti amo è già stato detto,
ma forse non ti ho specificato che,
sei la radice del mio fragile sorriso.
7
La gonna malinconica
che danza volteggiando,
se penso ad una musica che ti rappresenti
sento un tango di Buenos Aires
corpi avvinghiati in un
drammatico volteggio.
Ti guardo mentre giochi con il respiro
trema il tuo seno bagnato di me
pure questa è una danza
la mia mente vaga annebbiata
una notte di grida
morsi e carezze.
Un nome il tuo perduto e ritrovato
nascosto in ogni bacio
ho scritto questi versi
mentre la porta si è chiusa e tu oltre
il tempo si è fermato nell’istante in cui il tuo godere
diventando grido mi ha inondato.
8
Questa sera tra bacio e bacio ed un bicchiere
trattengo nello stomaco la notizia del mutuo da pagare
della pensione che non arriverà
in attesa di un turbinio di muschio e velluto
tra una carezza ed un corteggiamento da manuale
sospirando un domani irraggiungibile,
racconto di quel viaggio
di quell’aereo, di quel treno perduto
di quel mare da inventare
eppure sono talmente vivo che avrei pure il coraggio
di arrampicarmi sulla cima
di un cielo metallo e danzare
il tuo seno fin troppo fresco in una camera vestita a festa
di uno squallido albergo di periferia
un aereo sorvola un pensiero
non è il mio aereo e forse nemmeno il mio pensiero.
Che si fa domani ti chiedo, mi chiedi
ci sarà un domani?
O resteremo così abbracciati
coperti dal mantello di una notte senza fine
la porta sbatte, su di uno specchio rotto
colpevole d’avermi mostrato i miei anni
e la tua incolpevole freschezza
ma che ineffabile fragranza
il tuo muschio ed il tuo velluto
pure Stendhal sarebbe crollato
9
Io ti cerco e non ti trovo
Ti chiamo e non ti trovo
Ti abbraccio e non ti trovo
Avrei potuto, avrei dovuto
Ho percorso distanze irraggiungibili
Senza di te
Questa casa è piena di te
le tue cose sparse, come fogli ingialliti
di poesie in un cassetto
ho scritto trattati
Composto fiumi di parole,
ma nessuna definitiva teoria
sulla fine di un amore.
Ora in questo deserto che è la mia anima
L’unica fonte d’acqua sono
le tue labbra.
Ho mani aride, vuote di carezze,
labbra secche di baci
ho canzoni senza note,
poesie svuotate del verso,
continuo a percorrere la via del ricordo,
la stanza odora di te dal letto ancora disfatto,
la tua forma tra le lenzuola,
nessuna filosofia o scienza
può arginare il fiume dell’assenza,
10
La faccia di un cuore spezzato, è un ghigno stampato
in un locale, grigio e ammuffito,
una lei che sorride,
il chiodo scaccia chiodo è una menzogna,
al mattino, dopo una notte di morsi e baci e corpi bagnati,
nessun balsamo,
la crepa nel cuore è ancora invadente.
Non parlo della fine di un amore, ma dell’amore sperduto in una valle
di polvere che corrode ingranaggi.
Santi e peccatori destinati allo stesso inferno
finché vivi.
Potrei ancora amare ed essere amato, se non fosse un sacco vuoto il mio cuore.
La stella del mattino grida,
il suo disastro di notte in notte.
amami, amati, armiamoci,
pallottole di baci, sesso come napalm
in questa giungla in divenire.
Non mi preoccupo del cuore fratturato,
ho un amico fabbro,
potrei saldare le crepe d’anima e cuore,
stampare un sorriso di plastica,
conservato per emergenze,
non sarà amore,
ma sempre meglio
che ululare alla luna come
la stella del mattino che crolla!
11
Orme sulla neve
Prima tu, o io
capiterà, ti vedrò partire
o tu vedrai me
Ti avrò amato a sufficienza?
Ogni giorno raccolgo il tuo odore
Per non scordare nulla di te.
Ogni piccolo gesto che forma il giorno
mi è straordinario
se a compierlo sei tu
sono anni dispersi
come le prime viole di febbraio
respirami come tu sei aria in me,
questo corpo appassisce inevitabile
ma non la mente colorata
ora in questa stanza dove le cose
ci riconoscono, sanno di noi,
questo nido dell’anima
vibra la finestra
fuori scorre gente affannata
come fiume impetuoso
fuoritempo la danza dei baci di polvere
eppure ancora le mani si cercano assetate di noi
non so se prima tu o io ma ora tutto s’illumina.
12
specchio rotto per non mostrare
tempo che scorre
odora la pelle
d’altro viaggiare
Passami il burro,
ed il miele delle tue labbra
che ancora sanno di cielo.
e le mani che sfiorano e scaldano il gelo
passami la costanza,
la temperanza,
passami la stoffa con la quale
hai tessuto i tuoi sogni
passami la sostanza di un sorriso
mai spento
e la tenerezza di un letto che avvinghia
passami la panna di ieri tra le tue cosce
aperte alla vita
la mia lingua ancora
conosce la via.
13
L’amore delle anime incontrate
sulla via della felicità perduta
immerso
in questo solenne amore
mi svesto di ogni voce
mi sento muto di note
mi sdraio su di un istante di pace
faccio ordine tra le cose amate
esco ma lascio socchiusa la porta
per chi volesse entrare
in quel nido dove bimbo che ride
ho incontrato l’amore!
14
Vago come fosse ieri ed è domani
dondolo a destra e a sinistra come il coccodrillo che danza
la stanza ammorba la stanza vuota addorma
lei mi lascia mi strazia mi sganascia
lei insiste nell’abbandono
fosse utile chiederei il perdono
ma ho mani schiumanti di vuoto e carezze aride
baci perduti in sprazzi di buio silenzio
getto l’amo dell’amore che è odore ma non lo sento
lavoro e non produco altro che vuoto
un vuoto che riveste l’anima di scorie veleno
lei esce entra altrove bacia altre labbra
lei striscia su lenzuola di seta lei ha natiche sode
io ho le tasche vuote senza lavoro e versi perversi
riversi come l’assenza
mia assenza da me di me
15
La porta socchiusa, la stanza buia,
perduta luce, anima rinchiusa.
Ci sono giorni che rincorrono giorni, attimi,
sospesi tra nota e nota.
E tutto questo amore,
che si tende come marea d’aprile.
Ti ho chiesto in un refolo di vento, gridato,
chi siamo?
Siamo riflessi, ombre di luce, antichi baci,
carezze perdute.
Io so con metafisico dubbio chi siamo.
Siamo versi appannati, poesie d’amore ingiallite,
siamo come brezza o pulviscolo,
che danza nella luce.
16
Mi svesto, e rivesto, la pelle s’avvinghia al sottocorpo,
cuore batte la vena pulsa, vita fragile, mente, pensieri,
meditare, alla ricerca d’una luce, ma c’è tenebra nella comunicazione.
Sempre è quella parola che porta alla fine,
di eterno non c’è nulla, tutto è entropia.
Puoi tu anima pensante scegliere,
se assorbire un ologramma o il tramonto sul Bosforo.
Sono un bipede eretto con la mano prensile,
il mio cranio contiene cervello sufficiente per l’evoluzione,
ma la catena di montaggio si blocca, un ingranaggio salta ed esce dal rigo.
La mia casa dell’anima, o nido palustre,
dove acqua cristallina rinfresca la mente,
dove c’è un raggio di colore, energia sottile che si dipana,
consolante come una Madre, accarezza anime cupe.
Sento, mentre tremo, la tua mano,
sento la mia anima vibrare,
sento gli atomi confondere la struttura della materia,
sento la leggerezza del divino, nelle tue carezze,
sento lontane le grida della non consapevolezza.
Sento d’essere in te con te nel viaggio per la casa dell’anima.
Sento la fusione quantica con la grande Madre, la terra mi ama,
ed io amando te amo lei,
tu sei la mia terra
punto d’arrivo e di partenza.
17
Sottile una striscia di cielo
sprofonda nel velluto della terra
candida la distesa di anime sognanti
appesa ad un filo la follia
lei sorride al silenzio che canta il crepuscolo
muto è il divenire
la strada si snoda all’orizzonte
perfetta è la sostanza dell’essere
lui bacia l’idea di lei
accarezza l’aria di lei
quando gli angeli sognano la poesia
l’anima assolata accoglie il verso
nel giorno del risveglio
18
L’oceano di carezze dissolute su di me
Incauto esploratore di meandri orfici
Ricercatore metafisico di osceni orifizi
Il caffè parlante come l’oca che declama grondante gocce di poesia tra stelle di valium e alcool suadente.
Ho costruito una montagna tra te e me tra me e me deserto di sabbia verde
Ti prego dammi ancora da bere ma il barista assente
Ha sputato sulla cima velenosa
di un rifiuto
Accendo il motore che ansima boccheggia Sputa chiazze d’olio annerito come la notte
Ma l’auto è priva di ruote come io di legami
E non mi accorgo d’essere una radice….
Il pennello ancora intriso del colore
dell’assenza
L’immagine creata sulla tela in dissolvenza
Un lampione giallo sporco ammicca
Ad Un popolo televisivo che si rannicchia
Ti amo che pure sussurrarlo diventa grido
magari se ora sorrido
il dolore si vergogna e s’allontana
avrei voluto esserci ed esserci
ovunque comunque ma esserci
Che questo oceano di carezze sono
le mie mani su te
Che potrei ancora tornare sapessi dove..
19
Io non sono l’uomo che credevi
l’uomo che credevo
Ho un corpo voglioso lo so come un nibbio in cerca del nido.
So sussurrarti ti amo con lingua calda
so mordere le tue natiche sugose
le mani ruvide come carta vetrata sul tuo seno in fiamme
ho un nome da uomo
e a volte mi pare d’esserlo, quell’uomo.
Mia madre diceva: diventerai un grande uomo
Tanti pregi lei si, ma di certo non il dono della profezia.
La porta è il confine tra la tua fuga
e la mia completa dissoluzione
vattene credo, ma resta se puoi
non volevo diventare un noi ma tu! Io!
Magari avvinghiati come la mantide ed il suo maschio
arrotolati come la serpe femmina ed il serpente!
Sono cambiato lo so, ma cos’ero prima?
Fammi la danza si, quella danza voluttuosa
sussurra, gemi, scuoti la polvere dagli ingranaggi
Spingi sul gas e dacci dentro,
ma tu incollata alla maniglia tu abbarbicata su torre d’ombra
Tu assettata d’altro ammettilo
Io non ho colpa tu nemmeno
È sola svanita come brezza leggera la passione!
Questo è il grande cambiamento
20
Se fossi stato un altro uomo, sarei restato dopo la danza
ma la musica finita in sala mi da malinconia
Le coppie si siedono esauste, le mani abbandonate sui fianchi,
la fine del tango è come la fine dell’amore, questo lo so,
lo sapeva mia Madre mentre danzava sola in quella stanzetta
senza luci sul palco,
l’uomo passava quasi assente, la guardava,
lei sorrideva ed usava le proprie braccia in un abbraccio languido e disperato,
la signora pare vecchia ma mentre danza e volteggia, il tempo si scolla dalla sua pelle,
questo fa la musica, cancella la fisica del tempo che scorre.
Il ritmo ha una sua mistica, il suo mistero,
fuori da quelle mura c’è il mondo silenzioso e urlante,
il cuore pulsa senza freni, nelle gambe il dolore,
sotto alle suole sul pavimento si scioglie il tormento,
la ricordo la donna dalle labbra rosse e le scarpette scintillanti,
la sua anima era di rosa, profumo di mimosa,
la donna dal cuore giardino, finita la danza,
sparita come la neve ad agosto, io, divoro giorni vuoti,
sogno un tango infinito, ma in sala si sono spente le luci,
le coppie escono malinconiche, alcune unite nello stesso percorso,
altre solitarie reminescenze di una felicità sfiorata…
21
Tutto è amore, sussurra il vento
così tanto da sciogliere come neve ogni tormento,
l’amore è nelle cose che compongono i giorni,
l’amore è nel viaggio e nel ritorno,
lo si vede tra i gerani sul davanzale,
si culla nel silenzio della mente,
non ha voce ma semplici note,
lo vedo scivolare nelle strade di gente in gente,
a volte scalcio per tenerlo tra le braccia,
e coccolarlo con mani bambine.
Ogni lacrima di pianto è amore,
ogni poetico sussurro, di verso in verso,
tutto è amore nelle parole scritte,
nei versi declamati, o nei versi taciuti.
Mi sento un isola con spiagge immense e solitarie,
ruscelli d’amore che vanno a mare,
ma senza direzione ne via, vuota di gente.
Amore disperso riversato inutilmente,
ma l’amore è seme nella terra buona e cresce, come fiore
nel deserto e nel ghiaccio.
Amare è come danzare la vita,
ci sono distanze incolmabili tra un amore e l’altro,
gocce d’amore nella pioggia d’aprile,
mi guardo le mani aperte alla carezza,
ho labbra di baci, e sguardi persi nell’assoluto,
di tutto questo amore che deborda a volte ansimante,
non voglio perderne nemmeno un istante.
22
Tutto quello che so di te è niente
Lo senti questo tango usato
come i baci che ti ho dato, raccattati al mercato delle pulci
so danzare, con le mani in movimento
che sfiorano annaspano abbracciano
dimmi quello che vedi di me tra un bicchiere e un volteggio
Io non so chi sei ne dove conduce
questa via musicale.
Combatti il demone dell’inganno
menti nessuna bugia ferisce più della verità
Il tradimento è un tango ballato fuori tempo
Io amo e riamo senza radice eppure
il futuro è quel canto non ancora nato
o il bacio ancora non dato
Tutti si finisce per legarci a qualcosa
Io amo tu ami egli ama
Noi amiamo voi amate essi amano
Eppure questo mondo è senza amore
Tutto quello che so di te è niente
sentimi in questo tango appena nato
ed il bacio promesso mai dato
La memoria scrive nell’anima e lascia segni indelebili
Ed ecco il canto sovrasta il chiacchiericcio della sala
La fisarmonica sussurra suadente
Le coppie sanno dell’amore anche solo una notte di tango
23
L’amore ai tempi della lira!
Ho Scritto t’amo sulla sabbia, ma una bufera, quella sera
Lo ha cancellato
mi ricordo di te sanguisuga d’amore strappato a morsi e grida
La radio trasmette note sibilanti che cantano di te
mentre mi trascino di bar in bar ingurgitando alcool scadente
Ho un cazzo che fa sempre più fatica a farsi martello,
eppure le femmine che incontro
odorano di miele d’acacia, di fieno appena tagliato,
del sapore della memoria
l’autobus passa vigliacco schizzandomi acqua fetida
su pantaloni bianchi
ero bello lo so, o perlomeno credevo d’esserlo.
Ho Scritto t’amo sulla sabbia, una bufera, quella sera
Il ciao, rivediamoci, altro non era che un addio prolungato.
Tu sei uscita dalla stanza sorridendo, forse sono stato un buon amante, non so
poi nel gelo di una sera velenosa ti ho cercata.
Il ristorante squallido dove ti ho invitata con i pochi soldi che ho
pare la sala d’aspetto d’un ospedale di periferia
ordino un vino, che sa di risciacquo di piatti, ma bevo e bevo, e bevo
tu parli mentre stuzzichi un pesce che nulla ti ha fatto con la forchetta inrossetata
parli e parli, so che non sento, eppure ascolto avido delle tue cosce, del tuo sapore
tocchi delicatamente, anche argomenti che un tempo m’interessavano
ma io so che ti voglio chiavare, e chiavare, e respirare.
E’ una di quelle magiche sere dall’intonazione mistica
Il mio cazzo è duro come la roccia di Sisifo, perché sprecarlo?
Volevo gridarti vattene se vuoi, ma la mia bocca avida ha sussurrato resta se puoi.
Reste je t’en prie, mais vats-on si tu peux.
Mentre la radio continua a musicare note che sanno di te,
io penso che anche questo trascinarmi di letto in letto
questa ricerca costante di figa calda e accogliente
sia una forma estrema d’amore universale.
24
L’idea leggera che tu possa per un qualche oscuro motivo amarmi,
per quello che sono, un numero primo,
sebbene una sottrazione mi perseguiti,
potrei uscire dal rigo come nota dissonante,
costruirmi un armonia sospesa,
tra il bacio che vorrei e la mano mia che annaspa
in cerca del tuo viso di perla.
Ho questa catena autistica
Che travolge equilibri fragili,
la mia mente canta l’aurora,
ma sovente si veste di buio.
Ti amo eppure mi adagio
In questo imbrunire
nel fondo del fondo di me.
25
Comprendimi, riprendimi, riabbracciami,
risvegliati, che la nebbia ha voce possente
che le fila dei pioppi che fluttuano al vento
formano gabbie di luce nel bosco annebbiato
sono felice, amore, dell’amore felice, di un amore felice
io non sono l’ospite, ma l’intruso che canta il silenzio tra le note.
Il mare, il mare ha la luce dell’acqua, la voce dell’acqua,
il mare ha il sapore del sale, come le lacrime.
Io credo che gli occhi della terra piangano mare,
gli occhi della terra al grido dei bambini si sciolgono di mare.
Di te amore o per te piena la mia presunta creatività.
Quanto deserto tra oasi e oasi.
La negazione del dolore come difesa dell’essere.
Ma la gabbia dei pioppi che fluttuano al grido è aperta
Sono felice!
Così tanto felice che, sbatterei la testa contro al muro, se non fosse che,
il mio senso cromatico m’impedisce di vedere il rosso scivolare sul bianco.
Quanto deserto tra cuore e cuore.
26
Sentimenti leggeri come un pelo
gocce di solitudine
adagiate su di un ruvido giaciglio
la parete scrostata
odora d’assenza
un cristo rugginoso
osserva
due corpi
che si consumano di baci
27
Una tela bianca da dipingere,
con gocce d’amore.
Un giorno senza amore,
è un deserto di solitudine,
vivere la superficie del sentimento,
non spezza i cuori,
li congela.
28
Ho scritto ti amo, ma non c’è una lingua sufficiente ad esprimerlo,
ti amo è negli occhi e nelle mani danzanti sulla pelle
come il sussurro delle foglie appena nate a primavera
ho cercato d’essere degno di tutto l’amore avuto,
ma c’è vento sulla scogliera, si vede il mare che canta le onde
un mare denso materno che culla la memoria.
Ci sono ricordi adagiati in un cassetto chiuso,
tutte le parole che avrei voluto dire, frasi d’amore,
lasciate troppo a lungo a macerare nel silenzio di baci non dati.
29
Amami anche se al momento non so dirti perché dovresti
Imita il passo del serpente, strusciati voluttuosa
La via erbosa si è persa ed io la cerco con tutti i miei resti
Ho mani di cemento quando sfiorano è tutta musica percussiva
Posso narrarti con precisione matematica di ogni notte di dolore
Del fango sulla pelle e dell’acqua che non lava la melma
Ho quell’età che sa tanto dell’amore, così tanto da non poterlo più trovare
So spargere note e parole che si fanno grido muto
Stringiti a me che il gelo avanza colpevole e non ho coperte
Stringiti a me ho vesti di poesia per coprire sia te che me
Soffio nel bicchiere si dice che il futuro sia una radice
Scegliti un nome, quello che vuoi e così ti chiamerò.
30
Nel selvaggio mondo delle piccole cose
che si frantumano
la terra, questa terra ha bisogno
di sussurri estatici, non grida.
Le grida sono come il sangue
nell’erba fresca della sera.
31
Balla una musica tutta sua
Fatta di suoni
Silenziosi e profumati
La sua bocca ha il sapore,
del mare?
Dell’amore?
Di fronte al suo corpo meraviglia
Il mio sesso mi pare volgare
E mi vergogno!
32
La luce che filtra dalla finestra
Si posa indiscreta sulle cose
Che sono la casa o la vita in essa
Rumori sordi come tamburo
o ossa che scricchiolano dalla strada
che la notte anche l’ultima è finita.
Lei dorme quieta
dei baci che le ho posato sul seno
della lingua che l’ha posseduta
di ora in ora.
Vorrei accarezzarla ma ho mani gelo
ed altro navigare il mio pensiero
la passione è scemata come la pioggia
in un giorno di sole.
33
C’è stato un giorno in cui tu non c’eri, ne sono consapevole,
ricordo a stento la dissonante melodia della tua assenza,
poi in un campo ti ho vista spiga di grano,
mi hai chiesto della mia visone, ed io
ho accarezzato i tuoi capelli danzanti tra le tue labbra,
un semplice bacio.
Dalle mura della mia vuota casa,
è apparso amore, nell’intonaco, nella vernice sulla parete,
ho capito dove posare tutto l’amore trattenuto,
nel tuo cuore musicale, e, come direbbe il poeta lontano,
ho arato il tuo campo e tu spiga di grano sei comparsa tra le mie braccia,
non si è fermato lo scorrere degli anni, lo so,
ma ogni bacio, ogni carezza, la semplice presenza,
hanno reso il mio tempo una danza di lucciole
che cantano la luce d’estate.
34
Steso sul divano, perduto nella danza
di bicchieri tintinnanti e briciole di biscotti sulla vestaglia,
immagini stupide passano dal video,
giorni inquieti di luce in ombra,
come petali di un infinita margherita,
scorrono attraverso i mi ama non mi ama,
eppure in questi vuoti giorni
dirigo la mia attenzione sul ci sei o non ci sei,
detto fra noi mi è più che sufficiente.
35
Ho una piccola poesia
sfuggente
come il battito più intenso
di un cuore innamorato.
A volte un verso si scolla
dalla realtà
e colora di magia ogni goccia
d’amore conservato per te
che sei tutta la poesia
che debordante
esce da me.
36
C’è bisogno d’amore, nel mondo,
così tanto bisogno d’amore,
circolare,
amore selvaggio, primordiale,
istintivo,
amore non trattenuto,libero,
amore,
non serve contare abbracci,
baci,
un unico intenso abbraccio,
definitivo,
non parlo dell’amore assemblato,
costruito,
al tornio della vita, confuso nel
retaggio,
parlo di quell’amore che vive si nutre
cresce,
svincolato dalla mente, odore, sapore,
sudore,
amore di mani che si cercano sconosciute,
delle gambe
che danzano di stella in stella, e labbra rosse intense
di baci,
amore bambino eppure saggio, amore
coraggio,
di scelta illuminante il
donare
il proprio se nella fragranza della viola notturna,
o crepuscolo di poesia,
io sono tutto quell’amore, e pure in questa notte
senza luna,
cercherò con l’anima che sale dalle viscere strette,
di condividere
ciò che amo con chi amo,
o perdutamente amare,
il senso stesso dell’amore.
37
Volevo usare per te una lingua sconosciuta,
di quelle lingue scomparse,
dalla parola sussurrata,
parola d’amore sensuale, raffinata,
accarezzando fianchi morbidi e guance
pronte al bacio,
ho mani ruvide
che sanno sfiorare leggere,
ho questo cuore anarchico gonfio di musica libera,
e labbra di poesia debordante tra bacio e bacio,
se l’amore di una notte strappata da strade brulicanti di gente vuota,
di morsi e graffi, grida e sussurri, fosse la radice,
di quell’albero fiammeggiante che si mostra nella piana in ombra,
potremmo danzare al suono di quel tango dissoluto mistico e ruvido,
la gamba tesa lo sguardo intenso e sfiorarsi senza la frenesia del contatto,
avvinghiati ad un respiro, il tuo respiro che appanna i vetri di quella finestra
che osserva il mondo oltre, cupo e assordante.
Fammi entrare da quella splendida porta ornata di gemme e ori, con sete svolazzanti,
fammi entrare nel tuo caldo nido che protegge l’anima vuota, la mia, la tua.
Potrei ti giuro ansimando urlare ti amo,
e sarebbe comunque reale,
una notte, una vita, un giorno è pur sempre amore,
l’amore di quel giorno perfetto ancora profumato di tutto quel piacere,
quel giorno perfetto della carezza vellutata, del nome taciuto,
quel giorno assoluto del dopo amore.
38
Una lacrima leggera come
un sospiro,
conosco la lacrima,
di troppo amore mi sono vestito,
e ho viaggiato a lungo,
con questo vestito,
per cacciarla dal mio cuore,
sentieri impraticabili,
montagne di ghiaccio,
castelli di sabbia in riva all’onda,
costruiti con passione,
ma è qui, dentro di me che tutto sprofonda.
Sarebbe certo sufficiente lasciarci trasportare da tutto questo amore,
amore di mare a volte di sale,
potremmo io e te
adagiarci tra baci e carezze,
ma grida questo tempo, dalle strade fumanti, grida,
in una lingua che non conosco.
Amarti continua ad essere facile,
naturale, inevitabile,
ed è una lucciola d’estate che illumina la nebbia,
dell’umano proseguire.
Quel vestito che credevo fosse solo amore,
è il tuo corpo tra le mie braccia,
infine,
mi sono vestito di te,
che sei amore, fuori e dentro di me.
39
Alzati
marcia insieme a me,
c’è una guerra,
e noi siamo guerrieri,
piange il salice lacrime d’erba,
anime straziate di mondo
annaspano,
in un mare di fango virtuale,
tu come me amore mio guardi il campo che è reale,
al centro un fiore rosso,
cresce come papavero nel grano,
ed è questo amore da cogliere,
tutto il mio il tuo rosso amore,
come il mio cuore,
la vedo la marcia nera che avanza,
ma tutto questo incontenibile rosso amore,
che credevamo perduto in un algoritmo,
alberga nei cuori
delle anime libere.
40
L’amore delle madri di Palestina,
versato come fiume lacrimoso,
ci sono bambini tanto amati
seppelliti tra i detriti,
sorrisi di bimbo ancora aggrappati
alle macerie,
nulla sanno dell’odio che avanza incolmabile.
Ma tutto quell’amore è sacro,
più del dio maschio e guerriero
che governa conflitti e dolore.
Quel dio intollerante che nulla sa dell’amore.
Le madri di Palestina
Hanno inviolabili cuori di ferro,
la guerra è ruggine che corrode
anche questi fantastici cuori,
l’amore delle madri di Palestina
è semplicemente
l’amore di tutte le madri
ed il fiume lacrimoso è il mio fiume.
41
Tutto l’amore che ho dentro è una sorta di alleluia
Un mantra circolare,
una radice di vento,
un sospiro tra le stelle,
un sorriso di luce nella nebbia,
sono tante le cose che non ho fatto,
e che avrei voluto fare,
vedere un tramonto senza lo sguardo,
sentire la musica nel silenzio,
avrei voluto amarti di più, amarti meglio,
ho semplicemente amato, ogni istante, l’amore,
il mio amore che entra dal cuore ed esplode nelle mani,
mani di carezza, danzanti ai bordi dell’abisso,
la fisica dell’abbraccio, è scienza dell’anima,
lo so, questo amore non è pietra, non costruisce palazzi,
è come sabbia fresca di sera,
in riva ad un mare avvolgente,
è un piccolo amore che danza di notte,
alla luce di un lampione,
una tromba sussurra note di blues,
ed io non trattengo una lacrima sottile,
ho un anima autistica, a volte arida e dissonante,
la follia di questo amore che imperterrito
continua a danzare, alla ricerca di una goccia d’assoluto,
ed è vero, questa nera notte è quasi blu,
l’amore è di sabbia, pare finire, ma,
se capovolgi la clessidra ricomincia a scorrere, come il tempo.
42
Il tempo sfiora indifferente le solitudini che emergono,
sfioro le margherite, e l’erba a piedi nudi,
tu sei perfetta, sfiorisci accanto a me, ma illumini
di colori caldi il mio passo pesante,
tutto cambia, le corse di ieri, diventano giorni trascinati,
dalla finestra il nostro platano c’era prima di noi,
e forse ricorderà noi,
io e te siamo parti di un amore più grande,
disteso al sole di primavera,
mi sveglio che tu già danzi il giorno, piccole cose,
gesti quotidiani che odorano d’immenso,
il tempo della disperazione pare svanito,
la solitudine a volte resiste,
la conservo con cura, ma tu,
sei nella stanza oltre la porta, so,
che posso aprirla quando desidero,
e trovarti affaccendata in gesti sovrumani,
tutto sfiorisce, la pelle si screpola, tutto è fatica,
ma questo amore si mostra ancora bambino ogni volta
che ti sento dentro e fuori di me,
lo so che
ogni goccia d’amore
rinforza il mare dell’immensità.
Amore, ti ho cercata nell’oscurità di notti interminabili,
le nostre solitudini si sono innamorate,
il viaggio di stanza in stanza tra piccole cose e oggetti amati
le nostre voci riecheggiano nel silenzio della pace.
43
Sono di passaggio, vedo tutto dallo spioncino della notte,
non mi aggrego, ne socializzo,
ho altri orizzonti dove soli rossi si stendono e dipingono tramonti inesauribili,
parlo una lingua morta, fatta di versi obsoleti,
guardo il mondo e non lo riconosco,
vedo fiori dove c’è il catrame della guerra,
vedo splendide fanciulle blu nel deserto berbero,
vedo dense fiamme d’amore che avvampano,
vedo la miseria passata e presente,
vedo disperati che attraversano inferni d’acqua,
tu, come me a volte piangi senza sapere perché,
ti trascini in giorni vuoti, allarghi le braccia,
vorresti in un abbraccio d’amore immenso,
vestire le solitudini, di cuori straziati.
Tu mi conosci amore mio, nell’intimo trascendente,
siamo sconfitti, disarmati,
ogni battaglia svanita, la rivoluzione non è che polvere,
di libri polverosi.
Vedo le tue labbra aggrappate ad un domani fatto di noi,
le mie mani sanno di te conoscono il profondo del tuo calore,
il nostro è un esperimento sociale, amarsi comunque,
al di la delle grida e del dolore,
amarsi all’interno di una bolla d’assenza di mondo.
44
Luce tra le ombre
un canto che sprofonda
tra le pieghe del vento
un onda.
Sale il respiro della terra
di quell’amore perduto,
stringo le tue mani amore mio
nella danza delle cose
che formano il giorno,
questo giorno.
Se questo profondo squarcio di luce,
refrattario alla nebbia,
potesse arginare il fiume del dolore,
potremmo seguire il ritmo sottile
dell’anima musicale della terra,
che grida e canta.
Di tutto questo amore, per te,
ho potuto trattenere solo
l’armonia di questo canto,
lo lascio libero nell’aria, nella terra,
mia Madre, mia Sposa, mia Sorella.
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